REVOCA PATENTE VIOLAZIONE ART.219 CO.2 CDS.

Con opposizione tempestivamente proposta, il ricorrente impugnava il provvedimento di revoca della patente di guida del Prefetto di Milano n.2015/8698 del 24.9.15, notificato il 13.1.16, lamentando la violazione dell'art.219 co.2 cds per essergli stato notificato "esattamente dopo circa quattro anni e sette mesi dalla violazione (commessa in data 31.05.2011)", non potendoli "certamente sottrarre ai due anni previsti per il conseguimento di una nuova patente di guida (...) a seguito dell'inerzia della Prefettura". Faceva pervenire con mail del 24.3.16 "memoria di costituzione in giudizio" il Prefetto di Milano. Alla fissata udienza la causa veniva rinviata per discussione al 28.4.16 e, quindi, decisa con contestuale emissione e lettura del dispositivo. Il ricorso è fondato. Anche a prescindere dall'inutilizzabilità degli atti irritualmente u saprà prodotti dal Prefetto di Milano, risulta più che evidente la macroscopica tardività della misura gravata, emessa oltre quattro anni dopo l'accertamento della violazione presupposta. Pur non espressamente indicato dall'art.219 cds, il termine per l'adozione del provvedimento di revoca non può essere lasciato all'impenetrabile discrezionalità della P.A. che, al contrario, ai sensi dell'art.2 L.241/90, ha un generale obbligo di concludere i procedimenti amministrativi entro novanta giorni, tanto più se si consideri il termine di due anni "per conseguire una nuova patente" previsto dall'art.219 co.3 bis cds. In conclusione, quindi, l’atto impugnato andrà annullato. La particolarità della fattispecie giustifica, tuttavia, la compensazione delle spese di lite. P.Q.M. Il Giudice di Pace di Milano, definitivamente pronunciando, accoglie il ricorso e, conseguentemente, annulla il provvedimento impugnato. Nulla sulle spese.